Onorevoli Colleghi! - Anche grazie al Giubileo del 2000 è tornata di attualità la «Via Francigena» o «Romea», che fra le grandi strade che solcarono l'Europa del Medioevo, era una delle più importanti unendo Roma al Mare del Nord. La sua funzione preminente era quella di condurre i pellegrini a Roma, alla tomba di San Pietro.
      L'appellativo «Francigena» deriva dal fatto che tale strada traeva origine dalla Francia, naturalmente non intesa nell'accezione moderna, bensì in quella alto-medioevale del primo Regno dei Franchi, che occupava la regione del basso Reno, ad ovest del fiume. Attraverso la Via Francigena i pellegrini che, provenienti dalle nazioni più romanizzate ed evangelizzate, dalla Francia, dall'Inghilterra, dalla Scozia e dalla Renania, intraprendevano il viaggio verso Roma in occasione dei giubilei, raggiungevano le frontiere del Piemonte, ai valichi del Moncenisio, del Piccolo e Gran San Bernardo. Da qui scendevano in direzione della «città eterna».
      Nel percorso italiano, la Via Francigena (o Franzisca) coincideva con la strada alpina che scendeva dal Piccolo e dal Gran San Bernardo e toccava Saint Rhemy-Aosta e fiancheggiava la Dora Baltea fino ad Ivrea, donde volgeva verso Vercelli toccando Viverone e Santhià. Un altro ramo alpino della Via Francigena si snodava dal Monginevro e dal Moncenisio e

 

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mirava a Torino, per riallacciarsi con la precedente presso Vercelli, da dove, unificata, proseguiva direttamente alla volta di Roma passando per Robbio, Mortara, Tromello, Garlasco, Pavia, Santa Cristina, Bissone, Corte Sant'Andrea, Piacenza, Fiorenzuola, Chiaravalle, Fidenza, Noceto, Monte Bardone, Berceto, Passo della Cisa, Pontremoli, Sarzana, Pietrasanta, Lucca, Altopascio, San Genesio, San Giminiano, Siena, San Quirico, Abbadia San Salvatore, Acquapendente, Bolsena, Montefiascone, Viterbo, Sutri, arrivando infine a Roma attraverso l'attuale via di Monte Mario.
      Il percorso della Via Francigena è oggi perfettamente identificato e per la maggior parte coincide con il tragitto compiuto nell'anno 990 dall'Abate Sigerico, Arcivescovo di Canterbury, per recarsi a Roma, a ricevere il «Pallio» dalle mani di Papa Giovanni XV.
      Le strade che seguono tale itinerario sono oggi transitabili in automobile e, generalmente, ricalcano il percorso medioevale; altre volte se ne distaccano di quel tanto che è stato imposto dalle moderne esigenze di modifica del tracciato stradale. In questi casi non è però infrequente rinvenire l'antico itinerario selciato che si svolge in un ambiente di alta suggestione per la presenza di memorie del passato (resti di strutture viarie e di edifici medioevali come ospedali, chiese, ponti).
      La Via Francigena, pertanto, quale percorso medioevale identificato e accessibile, può essere interamente recuperata come proposta turistico-culturale di indubbio interesse.
      L'obiettivo di cui sopra potrà essere raggiunto attraverso:

          a) una approfondita e capillare azione di promozione turistica dell'antico itinerario da attuare con mezzi e strumenti idonei a divulgare l'esistenza dello stesso;

          b) preordinati piani regionali di restauro e di risanamento conservativo dei principali monumenti medioevali esistenti lungo il tracciato e la realizzazione di interventi atti ad assicurare la manutenzione, l'integrità e la possibilità di fruizione pubblica dei beni di interesse storico, artistico ed ambientale esistenti sul territorio interessato dall'antico itinerario, di proprietà di enti pubblici, enti ecclesiastici, enti morali o privati cittadini;

          c) l'attuazione di interventi volti al recupero di tratti originali dell'antico tracciato ed alla loro interconnessione con le infrastrutture per la mobilità esistenti, al fine di migliorarne le possibilità di rivisitazione;

          d) la realizzazione di interventi per la creazione di nuove strutture ricettive turistiche lungo il percorso, con priorità per quelle iniziative volte al recupero di edifici esistenti di interesse storico e architettonico.

 

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